Una Rapina 2x4n5n

Davide Dolorero

una rapina

UUID: 2be8005e-b2cb-11e5-800a-119a1b5d0361

This ebook was created with StreetLib Write (http://write.streetlib.com) by Simplicissimus Book Farm

Table of contents

Inizio Entrata Primi problemi Assedio Assedio Pensieri “O ballano ... o io qua dentro ... faccio una strage” Considerazioni Seconda notte Bang Chiusi dentro La fine...

Inizio

Considerazioni

Una rapina. Tutto quello che gli era rimasto. Aveva ancora qualche possibilità, forse, come guardiano notturno, ma lui non si sentiva nato per fare il “guardiano notturno”, sua madre lo diceva sempre, no ? lui non era nato per certi squallidi lavori, per sporcarsi le mani dei problemi altrui. Lui, per la mamma, era nato unicamente per un posto da direttore, da capo, e non da impiegato ! Una donna che lo amasse nella sua vita non c’era ancora stata, solo sporadiche occasioni di “ginnastica” con esponenti di altro sesso, donne abituate a girare con dei giocattoli, e lui faceva bene la sua parte. E così era arrivato di fronte ad un bivio che avrebbe potuto cambiare la sua tremula esistenza: cercare di essere un ragazzo uguale agli altri, con le sue sconfitte, le sue piccole vittorie, e la sua esistenza trasparente, che non lascerà il segno se non in qualche stupida indagine di mercato, oppure diventare qualcuno, almeno per un attimo, per un momento nella propria vita? Come un fiammifero, illuminarsi, per poi bruciare ed essere inutile. Gira che ti rigira, legge il quotidiano di quel giorno e, in particolare, tutti i retroscena di una rapina, ed arriva alla conclusione che è una cosa facile, scontata, che richiede solo la capacità di osare, di sfidare una società di merda, di falsi cortesi.

E così, dopo il primo lavoro, i primi dolori intestinali dovuti allo stress che si accumula in ufficio tra false persone vere, che cercano di capire chi sei tramite il taglio degli occhi, il nome, o qualche altra idiozia del genere, ti stufi di dover capire il vero scopo dell’ offerta di qualche collega o superiore, che poi serve solo per fregarti. Magari non ci pensi e ti offrono il caffè, ma solo perché in mezzo c’è il capoufficio, oppure perché poi ti devono chiedere qualcosa di strano, per cui potresti rischiare di farti conoscere dai tuoi superiori in una maniera sbagliata. Però tutti posseggono una bocca sotto il naso, ed allora bisogna guadagnare qualcosa per riempirla: una bella rapina, un pò di soldi da mettere da parte per la vecchiaia, e via da qualche parte dove l’ estate non tramonti mai... Bello, questa è la mia vita! Una vita che va vissuta da giovani, in tempo per divertirsi e non per lavorare , divenendo presto vecchi e decrepiti senza più forze, spendendo quei quattro soldi rimasti in medicine. Trovare un compagno: ecco il problema ! ma non è proprio un problema, visto che tutti i suoi amici non hanno nulla da fare per tutto il pomeriggio, ancora sulle spalle dei genitori a venti e a anni, senza un lavoro, una macchina, una casa. Meno male che esiste anche Giacomo, amico di tante cazzate, con due genitori che lavorano solo per lui, e lui che non fa nulla per andarsene: “cazzo, è come essere in pensione “ dice sempre sull’ argomento.

Entrata

Che bel gioco !!

Ecco l’amico, ventotto anni, figlio di papà, come si dice in gergo, una macchina veloce, e un conoscente che lavora in banca e che gli può dare le dritte del mestiere. Così con estrema velocità si trovano in macchina davanti alla banca, i visi incappucciati, una pistola a testa in mano e una sola cosa in testa: fare su i soldi a questi merdosi e fuggire. Perché pensare che sia pericoloso, al limite ci beccano, ci facciamo un po’ di gabbio e poi fuori; forse ci danno persino i domiciliari, senza tenerci troppo a bada; come pensare alla morte? Forse l’unica cosa ben fatta di tutto il colpo è stato l’ entrare! Siamo riusciti ad entrare in banca attraverso le doppie porte con un colpo di mano, a testa china, senza alzare la testa, senza cercare di essere inquadrati dalla telecamera. E così siamo dentro, è uno so, sembra un film! La porta si apre io mi appoggio, faccio forza sul battente con tutto il mio corpo, la porta quasi decolla e tutti si girano verso di noi intuendo al volo il motivo di tanta irruenza; Primo errore : tutti avevano già chiamato la pula ! Noi da stupidi pensiamo che tutto stesse andando per il meglio. Giacomo fa’ il furbo, si diverte a spaventare la cassiera, con il fucile spianato di fronte il naso di ‘sta qua, e urla; ed ogni suo urlo sembra una

comica; mi fa’ sentire forte e comico, tutto allo stesso tempo. Ma quando ci giriamo, vediamo fuori dalla vetrata uno schieramento di poliziotti, caramba e chi più ne ha più ne metta. A questo punto il film, divertente, quasi una scampagnata, diventa una tragedia e noi rimaniamo paralizzati a vedere ciò che sta per capitarci! Già, che ci può capitare? Chiudo gli occhi un attimo e mi vedo dietro le sbarre, insieme a tanti galeotti dalle voglie non troppo nascoste. Praticamente ciò che mia madre si aspettava da me !

Forse la rapina non era il modo migliore per fare soldi, ma l’ unico abbastanza divertente, o almeno questo era ciò che lui pensava. Forse la voglia di chiudere con una grigia esistenza e di incominciare una vita da ricercato, da fumetto, la voglia di una botta di vita capace di travolgere tutto ciò che li circondava, le ingiurie di sua madre, il tedio che circondava il suo amico ... La Vita, forse cercavano solamente solo la vita, il vivere e non il tirare a campare una squallida esistenza, tutta la settimana in ufficio, tra facce di merda, ed il sabato notte tra altre facce di merda che tra l'altro cercano pure di venderti merda allo stato puro con le loro pasticchette che non si sa cosa possano contenere, ma di certo ti fottono pian piano il cervellino, perché ti "devi" divertire a tutti i costi, sei in discoteca zio! Era solo stufo di questa consuetudine, di questa assenza di sentimenti, di questi “ti amo” urlati una sola sera, tanto per dire, e baciarsi e toccarsi e avvinghiarsi ad un corpo a te estraneo, e che tale ritornerà all’ indomani. Già, la vita : esistenza ormai senza significato. Perché arrivare a ottant’ anni e non capire niente e magari soffrire per tirare le quoia?

Non sopportava l’idea di arrivare ad una certa età, specchiarsi e non riuscire nemmeno a sputare in faccia a chi aveva di fronte. E adesso ? L’interrogativo continuava nella mia testa senza una risposta; ero lì e non c’era nemmeno mia madre a darmi una mano. Avessi fatto la rapina con lei! Adesso saprebbe cosa fare, lei sa sempre che fare, è mia madre , lei... Mi avrebbe zittito Scaturì un urlo sovrumano.

Primi problemi

oh, ohhh

La guardia giurata del piano di sopra, sapendo dell’ allarme, cercava di vedere chi ci fosse di sotto, cercando di fare l’ eroe, quello che salva l’ intera clientela della banca, beccandosi un premio a fine operazione. Unico problema è che vede uno solo e tutti gli altri fermi, compreso il nostro amico che non si capacita ancora di ciò che è capitato. Il nostro eroe allora pensa che sia il suo colpo di fortuna dell’esistenza, ciò che gli può dare il suo quarto d’ora di popolarita’, e già pensa al discorso da tenere di fronte alle telecamere e a quella tipa con cui ci ha provato la sera prima e da cui ha beccato un due di picche . Che cosa fa a questo punto? Con un urlo indiavolato spiana il suo fucile sul malvivente ed intona con una voce del tipo “ispettore Callaghan” il suo: ”Arrenditi, e non ti faremo del male” come se dietro avesse tutto un intero plotone di ninja turtles a guardargli le spalle, e nel dirlo bada bene a non fare tremare la voce, in modo da incutere terrore al suo avversario; così come gli avevano detto al corso che aveva fatto per diventare guardia giurata. Mettetevi nei panni di chi si sta chiedendo: ed adesso? Una botta nello stomaco e Giacomo si gira, imbraccia l’arma, fa per sparare, e la guardia che cerca di anticiparlo, spara per primo, lo becca ad una spalla; Giacomo, nel caracollare, risponde al fuoco e colpisce la guardia ad un braccio; parte un secondo colpo dalla guardia riversa a terra che prende Giacomo in pieno petto che, dalla parete, piomba in mezzo allo stretto atrio; intanto una maschera di terrore e sudore salta in mezzo a questa sparatoria sul bancone della cassa, e spara in piena figura della guardia che cade a terra immobile.

Tutta la hall è in pieno scompiglio, gente che urla, chi cerca di scappare, chi si nasconde, chi non sa cosa fare o è semplicemente bloccato dall’ emozione. Un pazzo corre più veloce di tutti, e cerca di prendersi qualche ostaggio.

Corro alla porta, riesco a chiuderla evitando che il grosso del gruppo fugga, che il grosso delle mie piccole possibilità di salvarmi riesca a mettersi in salvo. So che se perdo la possibilità di avere degli ostaggi, posso solamente arrendermi e aspettare che qualcuno mi uccida; perché non ne avrei nemmeno io il coraggio. A ripensarci non ho voglia di finire in una grigia gattabuia, per fare delle conoscenze al limite dell’ umano con assassini, ladri e prostitute! Ma adesso cosa sei? un ladro ? ed allora in gattabuia...

E adesso ? e adesso muori, no, anzi, chi muore è il tuo amico ! Te lo aspettavi, speravi di lasciarci tu le penne al suo posto? Mi dispiace ma i disegni divini vanno in modo differente da come te li aspetti. Pensa a Giacomo: lui ha eliminato tutti i suoi problemi, senza fatica, senza pensarci! Lui non doveva andare dove è andato, lui no, ma per te non c’è più il modo di uscire con i guanti bianchi, oramai sono sporchi di sangue. Posso capire che tu abbia reagito così quasi di istinto, non ho notato che paura sul tuo volto, smarrimento, paura di morire in questa maniera stupida, ed essere poi sfottuto per l’eternità dal mondo intero . Non ti preoccupare, perché fin quando c’è vita c’è speranza e la vita non può terminare come quella di Giacomo, non per te, perché tu non puoi fare uno smacco a tua madre, lei che ti ha cresciuto bene, tra mille difficoltà, lei che ti ama!

E Adesso? Come, hai ancora bisogno di quella domanda? Non ti basta la risposta che giace nel corridoio? Ecco come finisce chi dubita, chi cerca sempre una risposta, già, anche perché tante domande risposta non hanno, come: chi siamo? che ci facciamo qua? Ora sei solo con te stesso; si, avrai anche tanti ostaggi terrorizzati, ma davanti allo specchio sei solo, riesci a vederti o non ne hai il coraggio? E dire che sarebbe divertente, vedere il tuo amontagna mal messo, un pò di traverso, e due occhi che non hanno nulla di naturale!

Assedio

Presa di coscienza

Ora c’era solo più da fare ciò che era doveroso fare in questi casi: mettere gli ostaggi in qualche ufficio ed aspettare che qualcuno si fe vivo; tanto i vetri sono antiproiettile e nessuno sarebbe entrato a fare l’eroe mettendo a rischio gli ostaggi. Lui aveva ucciso la guardia giurata, tutti lo temevano adesso. Temevano lui che era considerato da piccolo il più buono del quartiere, era la stella della mamma e non gli altri, capaci solo di fare del male. Strana la vita, che toglie, che dà e sempre cambia. Messi gli ostaggi in un ufficio, lui si sentiva a suo agio, non aveva voglia di far loro del male, se non ne fosse stato costretto dagli eventi. Lo aveva detto, che sarebbe stato buono con loro se non gli avessero rotto le balle, aveva solo bisogno di tempo per pensare. Così si chiuse da solo nell' ufficio del direttore in modo da poter sorvegliare così l’unica via di fuga dei suoi prigionieri. L' idea dei prigionieri gli dava una strana energia interiore, lo faceva sentire più forte, più vivo, sentiva il potere di vita e di morte, avrebbe potuto sterminare tutti senza un minimo di clemenza, per poi uccidersi! Già , finché c’è vita, c’è speranza , e poi ad essere buoni si può ottenere una certa ubbidienza ... era meglio così, ma tanto quell' idea di potere divino lo entusiasmava molto. Poco dopo squillò il telefono e lui rispose tranquillamente senza arrabbiarsi, cercando di trattare con la polizia; il poliziotto dall’ altra parte del telefono era tranquillo quasi quanto lui e, forse, non se lo aspettava nemmeno; non credeva che si potesse assistere all’ assassinio del proprio compagno ed

essere così tranquillo dopo nemmeno un’ ora . Il discorso era sempre lo stesso: “liberali e noi non ti faremo del male”; come pensarlo quando lui aveva appena ucciso una guardia giurata in quel modo! Come si può sparare ad un coniglio in una battuta di caccia; già, che differenza c’era ora tra lui ed un coniglio braccato? Forse il colpo di grazia ! Che fare? Tutto semplice, basta aspettare, loro chiameranno di sicuro, ed io dovrò unicamente rispondere e vivere finche potrò. Il problema era solo vedere cosa intendevano fare; ma comunque bisognava aspettare. Arrivata la telefonata si aspettava qualcosa di meno diretto, forse una serie di piccoli quiz, tanto per sapere con chi avessero a che fare, per sapere come risolverla; invece no, loro gli chiesero solamente come stava, chi era con lui, se c'erano feriti, se aveva bisogno di una mano in campo sanitario, se c'era bisogno di generi di prima necessità o altro; lui aveva detto che per ora andava bene e non c’erano problemi, nessuno era nervoso, nessuno lo aveva innervosito e lui aveva ringraziato per tutto ciò, sperando che il rapporto continuasse di questo o, visto che aveva già troppi problemi di per se e via discorrendo, che forse era meglio se si sarebbero potuti occupare di dare degna sepoltura al suo amico e a quella guardia giurata; cercava di essere ed apparire maturo, nascondendo il fatto che il morto, anzi, i morti, di sotto, lo terrorizzavano non poco. Quando aveva riagganciato si sentiva più disteso e rilassato; sapeva che là fuori avrebbero fatto di tutto per salvare chi era con lui.

Doveva fare attenzione però. Si era accordato per portare fuori i morti; era sicuro che fossero morti, almeno lo pensava, anche se non ci sperava; la cosa era semplice: sarebbero entrati quattro barellieri della croce rossa, avrebbero caricato i due corpi e sarebbero usciti. Che c’era di complicato? Nulla, ma era la fiducia che cercava e non sapeva se c’era dall’ altra parte del filo del telefono; così si premunì, e disse al

tenente dall’ altra parte: “se cercate di fare qualche cazzata, io ho due ostaggi con me”. Non gli sembrava tanto, ma già abbastanza, farglielo sapere, anche se poi era rimasto da solo, chiuso nel suo ufficio con la pistola spianata sulla porta e tremante come una foglia. Una telefonata lo avvertì che forse c’erano speranze per entrambi, che non era ancora morto nessuno e lui lo prese per uno scherzo, per una battuta di spirito, tanto per non farlo impazzire, per tenerlo calmo. Non si sentiva stupido, ma era quasi convinto, e quel quasi lo uccideva, che fossero morti, avrebbe voluto correre subito in ospedale e accertarsene di persona, come aveva fatto sua madre ai tempi, subito in ospedale, di corsa, anche se... massì , tanto era chiuso in quella banca di merda e ora doveva uscire; subito. Forse Era davvero vivo Giacomo? O era solo una bufala ? Pensò subito ai cartoni e quei misteriosi filtri invisibili che tanto lo avevano fatto ridere da bambino, che lo avevano portato a fantasticare sull’ utilizzo di quegli intrugli (una rapina) e forse lo aveva detto a Giacomo, già da piccolo, come se fosse un monito, un: ”state all’erta “. Scacciò prontamente il pensiero di tanto fatalismo e si rese conto che in quel momento nessun pensiero allegro avrebbe avuto una conclusione altrettanto felice, e subito pensò a suo padre, una figura misteriosa nella sua vita, che era sfuggita alla sua memoria, poiché era troppo piccolo per ricordare, e la reticenza di sua madre sull’ argomento, quasi fosse un argomento tabù. E fu così che iniziò a pensare di prendere visione di chi avesse come ostaggio. Armato andò nello studio accanto ed iniziò a parlare con i suoi ospiti. La bambina atterrita da tutta questa violenza si scosta dal petto della mamma e lo osserva con attenzione, lui la vede, le mette una mano sulla testolina e la accarezza con dolcezza e le chiede: -Come ti chiami?

Lei risponde: -Emanuela , tutti mi chiamano ema, e tu ? Come se stesse rispondendo ad uno di famiglia, per nulla spaventata. Lui non risponde, guarda la madre e comprende che cosa lei provasse per quella piccola creatura, forse lo stesso che sua madre aveva provato per lui tanto tempo addietro. Presa per mano la signora, le disse: -Si alzi per piacere e la smetta di piangere, che se vi avessi voluto uccidere l’ avrei già fatto, non pensa? -Si La madre, colta alla sprovvista, gli rispose diretta: sembrava che il tempo si fosse fermato per sempre, che non avesse più modo di scorrere lì, in quell’ ufficio. Eppure c’era gente che piangeva in silenzio, chi versava in stato catatonico, quasi distaccato dal reale, chi cercava di parlare con lui, di ottenere la libertà. Mentre lui era lì concentrato e attratto dalla bimba, gli si avvicina un tipo giovane, sulla trentina che fa: -Io conosco il colonnello taldeitali e ti faccio uscire senza macchia da questo casino se solo mi lasci uscire . Allora lui ribatte: -E gli altri? che ne faccio, li tengo io? E questa bimba? L’altro ribatte: -Ma se io esco chiedo aiuto, faccio anche liberare gli altri, capisci? Allora il ragazzo, per niente intimidito gli dice: -Allora scrivi una lettera a questo tizio che sarà poi questa bimba a recapitargliela.

-OK! -Allora fallo in fretta che questo non è posto per dei piccoli. Se ne va, tranquillo, senza tanti problemi, contento del potere che ha.

Assedio

Altri problemi ?

La bimba. Gli aveva dato l’ impressione di averlo riconosciuto, come se avesse visto attraverso la sua faccia, senza paura, ma una unica intenzione: uscire da lì. E gli aveva fatto paura quella determinazione, lui sapeva che i bimbi non avevano paura della morte, visto che non sapevano ancora cosa fosse la vita, e aveva cercato di resisterle un attimo, anche solo un attimo, senza abbassare lo sguardo, ma poi aveva dovuto accettare la sconfitta. Alzò allora gli occhi fino ad incontrare quelli della madre e lì aveva visto gli stessi occhi di sua madre quando accorse per prima al suo incidente; una macchina lo aveva colpito, a sei anni, in un parcheggio, senza avergli fatto male; non era successo niente, ma sua madre si era spaventata a morte e aveva avuto, in quel momento, lo stesso sguardo ... Come poter resistere allo sguardo delle madri in apprensione, quello spirito da eroine che hanno un pò tutte, che manca a noi maschi, vedasi l’ altro deficiente! Adesso voleva vedere come si sarebbe comportato, cosa avrebbe fatto quando si fosse trovato di fronte ad una scelta; era curioso di vedere e di sapere che tipo potesse essere! Se veramente avesse mai e poi mai conosciuto un colonnello avrebbe intrapreso la carriera militare e non altro, pensava.

ati cinque minuti entra con una certa irruenza nello studio

Vede subito il ragazzo sbiancare nel vederlo, come se avesse da nascondere qualcosa... ...e lui, pronto, gli dice: -Allora? La lettera ? -E` qua! Gli risponde; la sua mano trema ed è tesa verso la bimba, quasi come dire: non guardare! -Sei sicuro di aver scritto tutto? -Si! -Posso leggere? -No, questo qua si incazzerebbe E il suo sguardo si fa piccolo, quasi invisibile, cercando di scomparire, di essere quasi naturale. Intanto chi gli stava intorno iniziava a dare segno di impazienza, come se, sapendo, avesse optato per il silenzio e l’osservare attentamente ciò che sarebbe successo da li a poco. Il giovane rapinatore, un po’ stufo e un po’ incazzato, dice : -Allora facciamo così: io lo faccio incazzare, ma se trovo al suo interno (indicando la lettera) un foglio bianco uccido la bimba, se è vuota ti uccido, e se c’ è scritto la vera versione dei fatti, esci anche tu -Forse non hai capito, non puoi aprirla! E nel dirlo la voce trema, lo sguardo vacilla, le mani non sono più ben salde... E la ragazza nell’ angolo inizia a tremare, a dare segno di voler parlare, ma viene trattenuta da una signora con già i suoi anni, come una madre farebbe con una figlia, quando una brutta notizia la toccasse da vicino

-E perché? Forse hai paura di morire? Dillo, dillo subito, e forse non ti ammazzo, verme! A questo punto la ragazza inizia a piangere sommessamente e la signora la abbraccia più forte, come per farle sentire il peso di questo suo tradimento, di questo piano che appare sempre più compromesso.

Piangeva. Avrebbe potuto dire che lo faceva per la triste sorte che sarebbe capitata alla bimba, per il fatto che quel trentenne non sapeva chi aveva di fronte in quel gioco che sembrava sempre più rischioso e non era, quindi, all’altezza della posta. Se avesse sparato, lo avrebbe rifatto, e sarebbe finita per tutti...

Aspetta un attimo, lo guarda in faccia. Apre la lettera e trova un bel pezzo di foglio bianco, senza nemmeno un piccolo segno di matita . -Chi dovrebbe morire, ora ? La madre si mette a piangere -Non scommetti solo con la tua pelle? Si gira verso la mamma della bimba, la prende per la mano e la porta con se nello studio accanto; la madre cerca di opporsi, si offre lei al posto della figlia, ma lui, appena uscito con la bimba, la rassicura e le dice che è solo uno scherzo, le dice solo di scoppiare a piangere appena lui sparerà al muro alle sue spalle ed allora lei capisce ed annuisce; intanto dall’ altra parte c’è chi trema, chi inveisce contro l’altro bastardo, che non fa nulla, e continua a piangere unicamente per se stesso, per il fatto che avrebbe potuto ingannarlo, ed invece è stato ingannato.

Parte la scarica del proiettile, la madre si dà ad un pianto isterico, disperato, inumano e la bimba tace, quasi come se avesse capito che era quasi tutto finito. A questo punto dall’altra parte del muro, tutto tace, tranne la voce di un ragazzo, un uomo, che continua a dire, strozzato dalle lacrime: liberami, ti prego.

Rientra di corsa nell‘ altro ufficio e vede che tutti osteggiano con lo sguardo questo ragazzo che non fa, all’ apparenza, nulla per scusarsi di ciò che ha fatto, come se fosse stato normale difendere la propria vita davanti alla morte di una bimba innocente; continua a dire: liberami. -Allora l’hai scritta, assassino? -Che cosa ? sussurra tra le lacrime -La lettera! -E a chi? -Finalmente lo ammetti, quanto ti costava farlo prima? Esce, richiude la porta e fa uscire la mamma con la bimba dalla porta principale. Poco dopo il telefono squilla e il colonnello gli chiede cosa sia successo, anche loro avevano udito quello sparo. Lui con tranquillità gli dice che non è morto nessuno e che ne ha liberati due, di non rompere, aveva fatto il suo migliore scherzo di carnevale e si sentiva bene.

Ma che gente!

E non aveva neppure pianto, non si era nemmeno commosso, non era stato nemmeno male alla notizia non ancora smentita della morte della piccola, quasi come se non fosse successo nulla; piangeva solo perché il suo piano era crollato ed era rimasto escluso dal resto degli ostaggi. Ma era possibile che esistessero persone del genere? Se lo chiedeva e la risposta lo spaventava; non lo avrebbe voluto avere di là con gli altri, ma non lo avrebbe potuto certo liberare! Ed intanto la notte si avvicinava e lui era stanco, avrebbe voluto dormire, cercare di dimenticare, ma come fare da solo contro gli altri? Avrebbe potuto legarli, ma si sarebbero potuti liberare ugualmente, non c’era scampo, sarebbe stato sopraffatto in breve . “Intanto non ci penso, quando crollerò per il sonno, succeda ciò che deve e vaffanculo”. Quella bimba un giorno si sarebbe ricordata di lui, avrebbe detto che aveva capito ciò che si celava dietro quella maschera che portava addosso, che aveva capito dagli occhi chi c’era sotto quella maschera, oppure non avrebbe detto niente, avrebbe detto che non si ricordava di quell’ avvenimento, che era troppo piccola, si, in fondo era la cosa più semplice da dire ! Ma la ragazza? Stava piangendo ed era trattenuta; lo sapeva che se fosse stata libera sarebbe corsa ai ripari lei, evitando l’assassinio; lo sapeva e basta, ne era convinto, anzi, più che convinto, se non ci fosse stata quella maledetta rompipalle che la teneva stretta, quasi come a voler scongiurare un tal caso; che fosse stata sua madre? non lo pensava; se fosse stata sua madre l’avrebbe detto lei al posto della ragazza. Intanto prese il nastro isolante, andò di là , prese il suo grande amico e lo legò ad una sedia ben stretto e disse : -Chi vuole fuggire, sappia che io ammazzerò lui E così detto se lo portò con lui nell’ altro ufficio.

e mentre lo portava di là con se gli disse piano nell’orecchio: -Vediamo ora di che pasta sono fatti i tuoi amichetti!

Pensieri

troppi !!!

Venne la mattina. Il telefono squillò -Come va? -Non lo so, mi sono appena alzato, ora vado di là e ti dico -Basta che alzi la cornetta e parli con noi -Ciao, allora Arrivò di là con la sedia tra le mani e con legato ad essa il suo ostaggio preferito -Vedi, di loro ti puoi fidare; ma loro non possono fare lo stesso con te! Così detto prese le ordinazioni della colazione che si fece recapitare e che mandò a prendere da uno di quelli alla porta della banca, che si aprì per la seconda volta non controllata. Dava ormai sicurezza al nostro rapitore. Intanto si accorse che fuori c’era anche la televisione, e che ora anche sua madre avrebbe potuto vederlo... Già, la mamma, chissà che fine aveva fatto, chissà se era in pena, se aveva capito oppure no ... MAMMA avrebbe voluto comunicare con lei, e così si apprestò a fare colazione, sperando che non avessero fatto qualche cazzata. La colazione era ottima e la fece con gli altri, lui ad un capo del tavolo, gli altri di fronte.

Lo guardavano male, lo pensavano un attentatore, un killer di bambini, un mostro, tutti, tranne la ragazza che era rimasta colpita dal suo viso, tirato eppure così dolce e deciso.

La gente Strana cosa la gente che gli stava intorno, gli bastava fare correre la fantasia e già ti dipingevano come un mostro, non ti davano una seconda chance, neanche se li avesse fatti uscire in massa sapeva che lo avrebbero perdonato. La gente era bastarda, nessuno aveva voglia di capire, c’era già la TV che ti spiegava le cose, perché spremersi le meningi quando c’era chi lavorava per te? Era bello lasciarsi alle cose così come te le mettevano davanti, senza pensare, senza impegno, con un bel po di ipocrisia, quella che ti permetteva di dire: poveri negri, marocchini, immigrati, quando li detestavi, e agire alla luce del sole da ragazzo sensibilizzato al problema, e intanto, visto ciò che alberga veramente nel cuore di ognuno, non fare un cazzo per salvarli; anzi addirittura agire contro! Cos’era il mondo se non una cashba senza senso e in attesa del colpo di grazia come un qualunque mercato asfittico, senza senso? Fosse arrivato veramente il colpo di grazia, sarebbe stato davvero felice , avrebbe visto una società pericolante finalmente crollare nei suoi vizi, anzi, con i suoi vizi e sarebbe anche morto per questo, si, avrebbe persino ucciso.

Avere a che fare con ‘sti giovani Che stress! E non riuscivi mai a capire che volessero dire, cosa volessero ottenere, ed intanto ‘sto qua era là dentro che poteva decidere vita e morte di un gruppo di persone e lui ci stava rischiando la pensione, perché il soprintendente voleva che la concludesse in fretta, senza troppi spargimenti di sangue, con un ritorno di immagine buono e tutto il resto; praticamente stava chiedendo

un miracolo, quasi come fare una frittata senza rompere le uova; solo che questa frittata la voleva fare un altro e lui come poteva evitarlo ? Pensava, intanto a come evitare uccisioni con un ragazzo che aveva uno spirito umoristico degno di un programma di cabaret, che sparava a caso, e così si tirava dietro tutta la simpatia di quelle persone che teneva sotto il suo pugno; e così ava il tempo, era andata la prima colazione del primo giorno e forse avrebbe visto l’ ineluttabilità del suo destino prima di pranzo; oppure avrebbe tentato di uscire, avrebbe comunque cercato di venire fuori da quel buco senza uscita; ne era più che convinto. Prese il telefono e iniziò a comunicare con il giovane, tanto per vedere che ne pensava .

uffa Neanche ora succede nulla La vita è sempre uguale, nessuno che cerchi di fare l’eroe. Non è giusto così, io volevo combattere, cercare di dare un senso alla mia vita, anche in questo frangente; cercare di fare il monarca illuminato, almeno su queste persone, cercare di fare di più, tanto per fare cambiare le cose, la società. Una società che non si merita nulla, non merita il suo impegno, la sua esistenza. Se avesse mai potuto scegliere la sua vita, avrebbe scelto l’esistenza di bat man, colui che usa la sua ricchezza per fare del bene, per proteggere la vita dei più deboli, mentre invece non aveva una lira ed era ridotto a fare del male; si, stava facendo del male, ma gli piaceva, gli dava una nuova autocoscienza , una nuova linfa, il sapere che aveva il diritto di vita o di morte, lo ammaliava, lo conquistava; sarebbe andato di là a parlare con i suoi schiavi, tali erano diventati per lui. Ma come fece per alzarsi, squillò il telefono, lui alzò la cornetta e disse, con voce distesa e stentorea: Pronto -Come va ? -Bene, e tu?

-Una nottata di merda, per colpa tua, ma per il resto tutto bene. Dimmi che farai, così, tanto per sapere! -Non lo so, per adesso ho voglia di fare quattro chiacchere con il mio popolo, poi ti farò sapere; tanto dimmi come sta il mio malato, ti prego, anzi, i miei malati. -Per ora ti posso dire solamente che nessuno è morto, nessuno è vivo, sono entrambi in rianimazione e se li avessimo presi 1 secondo più tardi, sarebbero morti. A questo punto riattacca senza rispondere.

Tutto bene, lui aveva potere anche su chi stava di fuori.

Non li sopportava più, non li conosceva nemmeno, ma non li sopportava più, iniziava ad odiarli, ma anche a pensare a come utilizzarli per venirne fuori. Tutto stava ribollendo dentro di se e non sapeva che cosa sarebbe potuto capitare se si fosse lasciato andare. Aprì la porta dello studio.

Che puzza di animali! La prima cosa che aveva pensato era questa, ed intanto li guardava schifato.

“Che avrà in mente; ora ci ucciderà tutti, piano piano ci porterà di là e ci ucciderà, gira sempre con quella pistola in mano, e prima o poi ne ucciderà qualcuno, lo sento”.

Pensò che la brunetta in fondo al salone fosse la sua donna ideale e si mise a fissarla, senza sosta, senza toglierle lo sguardo di dosso un attimo; era l’unica che avesse il coraggio di dimostrare i suoi sentimenti.

Mi sta guardando, mi ha scelta tanto per dare a tutti un esempio di ciò che capita a dire no, chissà che mi farà; oddio, spero che se ha intenzione di uccidermi lo faccia velocemente, non lo devo guardare!

Gli si avvicinò, tranquillo, con il cuore leggero, ed in mano la pistola, pensando alla sua ultima ex e trovandola ormai lontana da lui, dal suo sentimento (quando mai l’ aveva amata?). Non lo sapeva e non gli importava più nulla; ormai aveva visto questi occhi pieni di vita ma così fragili, aveva avuto modo di conoscere la disperazione, quella voglia di sopravvivenza umana che ci distingue; quella ostinazione che, pensava, dovesse essere insita nelle nostre origini animali.

Esordì: -Allora, vi devo dire alcune cose, la più importante mi pare sia legata al fatto di ieri, che vedo vi ha sconvolti più che una qualsiasi pubblicità o reportage dal terzo mondo, anche se voi sono sicuro, siate contro il razzismo. La bimba non l’ho ammazzata!

Tutti mi parvero non credere a ciò che dicevo; vedevo solamente facce cattive, con occhi pesanti che giudicavano, che cercavano di essere i miei giudici, mi sentii per un attimo come spogliato, e, una volta nudo, deriso perché portavo il marchio delle mie colpe ben visibile.

Prendete pure il telefono, collegato in tempo reale con qualcuno dall’ altra parte, e chiedete, se non mi credete; l’ho fatto per fare star male questo deficiente, ma visto che ho ottenuto un altro risultato, il vostro odio, ho deciso di mettervi al corrente della verità; non sono un killer, anche se ho sparato su quella guardia; l’ho fatto per difendermi, ed ora ho bisogno di voi e del vostro aiuto. Che sapete fare?

Ecco come fare una domanda inutile , ma come scuoterli da quel torpore in cui li avevo gettati dopo quella rivelazione? Forse non era proprio torpore, era più sconvolgimento, li avevo privati del loro morto, della notizia che avrebbero dato e detto a tutti gli amici, come quelle storie da pescatore in cui con l’ andare del tempo il pesce cresceva. Bene, pensai: devo dar loro la prova di ciò che dico, anche se non so come fare, devo ottenere qualcosa di reale, e non posso richiamare qui quella bimba, non lo potrei fare, e non posso nemmeno chiedere una tele o qualcosa di tangibile; devo parlar loro, farmi sentire il più onesto possibile, devo fargli credere la verità.

Una bomba. Il botto era stato anche forte; tutti, si poteva dire, erano storditi, soprattutto quella ragazza giovane che iniziava a piacergli, che forse aveva capito tutto, che lo stava facendo per lei e per i suoi occhi verdi. C’era una atmosfera surreale; una signora anziana lo stava squadrando, come si può fare con un neo assunto, come quei pochi mesi che aveva fatto in ufficio dove tutti gli anziani lo squadravano come se non avessero meglio da fare per tutto il giorno; si sentì attaccato, e saltò addosso alla vecchia rannicchiata in un angolo su di una sedia con due occhi a spillo urlandole: -Non mi credi, hai bisogno della tele per crederci e smettere di osservarmi come una scimmietta allo zoo; ehh! Se è per quello mi faccio portare una tele e chiedo al tenente una intervista live alla piccola, forse così sarai contenta e non mi romperai più i coglioni!

Ecco adesso è il momento giusto, vedrò un ‘altra persona morire, ucciderà ancora, come con la guardia e, forse , con la piccola, mioddio, rivedrò sangue, rivedrò morte, mi ucciderà, ci ucciderà, siamo tutti ...

Aaaaaaaaaaahhhh!

“O ballano ... o io qua dentro ... faccio una strage”

Pensieri negativi

un urlo era ciò che ci voleva il giovane alzò lo sguardo sulla ragazza. La fissò duro , arrabbiato, ma dopo un attimo era lo sguardo del penitente, era lo sguardo di chi fa un torto alla madre

Cosa mi era successo ? Era successo tutto troppo in fretta, avevo veramente perso la strada? Non sapevo se era successo veramente o no, non sapevo cosa fosse successo; però che gente, questi ti rompono le palle anche da morti! Mi ha mandato in collera già solo per l’ atteggiamento, figurarsi se avesse mai e poi mai aperto la bocca per far prendere aria alla lingua. Forse l’ avrei potuta ammazzare! Non ci scherzare, ti prego d’accordo, mamma

Non è successo, non ha ammazzato nessuno, lo so, ha solo voglia di qualcosa che non sa neppure lui, è così fragile, che se non ci fosse quella pistola,

sarebbe già tutto finito bene, sia per noi che per lui.

La mamma Perché te ne sei andata? Mi hai lasciato solo in un mondo che non mi appartiene, troppo spietato, duro, per essere vissuto senza troppa apprensione; al giorno d’ oggi devi apparire e non essere, perché se sei ti disfano dopo poco, e se appari, puoi apparire tutto come più ti piace. Rimpiango i tuoi tempi, la tua giovinezza, la tua spensieratezza, ti invidio, in parte, perché per te è già ato il periodo duro, ti ho conosciuto quando eri già vecchia, con la pensione, senza tanti problemi; ed ora mi manchi, da quando mi hai lasciato indietro, solo, senza neanche sapere chi fosse mio padre, che tu dicevi sempre lontano, cattivo. Come fa un padre a essere cattivo? Me lo sono chiesto più volte: mi ha forse ripudiato? Ti trattava male? Ti ... picchiava? Ora lo voglio sapere! Dimmelo! Però che scarica di libertà. Non era mai stato così libero e forte, si sentiva invincibile; era troppo forte! Per lui, tenere testa a questa libertà e forza interiore, a questa bestia che stava crescendo, che stava scoprendo in sé, come se fosse sempre stata lì ad osservare, ed ora che era venuto il momento migliore, la precarietà dell’ etica che la imbrigliava le dava modo di uscire allo scoperto, lei cercava di prendere il sopravvento sulla ragione e la calma.

Era ancora lì, con il colletto della vecchia in mano e stava guardando lei e lei lo stava guardando ... Forse era una magia, uno scherzo.

Lei si allontanò, forse colpita dallo sguardo dolce e suadente di lui Lui si rigirò verso la vecchia e disse con tono altero: -Sono io ora il padrone delle vostre vite

Povero ragazzo, tutto solo a guardare di fare funzionare quel poco che ... ma che sto pensando, devo essere impazzita, pensare bene di chi si pone come il padrone della mia vita ... eppure ne è stato costretto dai fatti, se non si impone, perde il controllo di questa situazione, e poi teme per la sua vita... Ma rimane armato

È lei che controlla le mie azioni, oppure è un messo di Dio, che cerca di non farmi fare troppe cazzate? Come posso pensare questo? Sono io il padrone delle loro vite, e non il contrario. Se le lasciassi carta bianca, libererebbe tutti e mi farebbe uccidere, ne sono certo. Mi odia ... o mi ama oppure mi ama talmente tanto da odiarmi? Questi non sono problemi, i veri problemi arrivano adesso, che viene ora di pranzo, che ho fame e non so neppure che fare; potrei chiedere un elicottero ... Ma poi? Saprebbero dove sono, riuscirebbero comunque a sapere chi sono e dove voglio andare, non riuscirei a scappare ...

Uffa Non fa un cazzo quel deficiente; non vorrei che li stesse sgozzando tutti, per risparmiare cartucce.

Una volta era più semplice, ti chiedevano un elicottero, ed erano sicuri di andare in un posto dove avevano un po’ di tempo per scomparire senza essere riconosciuti. Ora invece era differente: cosa gli avrebbe potuto dire se lui gli avesse mai e poi mai chiesto quale fosse la fuga migliore? La cattura? Non era male come idea, e ci stava proprio pensando! Sarebbe stato facile prendere il telefono e dirgli: “perché non ti fai arrestare? Così tutti torniamo a casa tranquilli e con te saranno clementi, abbiamo già visto la storia dalla telecamera e ce ne siamo accorti che hai sparato più per paura che per uccidere, ma ora come ora tutti temono per la propria vita e una giuria potrebbe non essere così clemente...” Che dirgli? Non lo sapeva, ma sentiva la necessità di parlargli, di comunicare con lui per sapere che ci fosse dentro quella sua testaccia balorda; e se ci fosse stata solo paura?

Ho paura Non so che fare e nessuno mi dice niente, nessuno fa niente per aiutarmi! La televisione, forse, quel programma di quel tipo che si cura di tutti i fatti di cronaca della settimana; è di Venerdì, oggi è martedì e si potrebbe aspettare Venerdì e dire che si ha voglia di parlare per tele, di vuotare il sacco in diretta e poi lasciare andare tutto e tutti (finche c’è vita c’è speranza) e non sarebbe più andato in disco, non avrebbe più scopato con la prima che trovava e tutto il resto, per una ingiustizia di società che si prendeva la briga di giudicarlo, di quella società che crea mostri come lui tramite la scarsità di lavoro, l’ ipocrisia, la fame del mondo mentre gli ingiusti sprechi crescono, i politici mafiosi si intascano la grana, e gli avvocati hanno le mani legate, incapaci di fare vera giustizia con chi deve, accusando solo innocenti, che non hanno la forza di difendersi. Comunque il problema rimaneva. Doveva dirglielo lui, farglielo capire lui, senza l’ ausilio di nessuna magia moderna, sembrava difficile parlare di cose del genere a un branco di bestie

che non ti crede e parte dall’assunto che cerchi di prenderli per il culo, come se ti volessi divertire e basta. “Non è facile crederci così, lo so -come inizio non era male, pensò- Però io non ho ucciso nessuno, potete esserne certi, so di non avere prove, ma voi non potete essere la mia giuria, o per lo meno, non fino a quando tutto questo sarà finito; mi sento debole e braccato, insicuro persino di voi e sarei tentato di legarvi tutti; non pensiate che non ne abbia la possibilità, ma non ne ho voglia, e se voi non mi porterete a esserne costretto non lo farò” Si sentì in dovere di prendersi una pausa di riflessione, di rimettere in fila i suoi pensieri, di non perdersi in divagazioni inutili. “A questo punto vi voglio dire solo questo: se volete pensare che io abbia ucciso o meno quella bimba, fatelo, io non ve lo posso impedire, non ne ho la forza, o non la voglio impegnare in tale argomento, ma vi chiedo solo di non farmi perdere la giusta strada, perché sto pensando a me e a voi, e se qualcuno ha qualche idea in testa la tiri fuori subito; prima di arrendermi vorrei essere sicuro di aver preso in considerazione tutte le opportunità possibili. Non voglio fare una strage: l’avessi voluta fare, l’avrei già fatta, non pensate?”

Silenzio, solo silenzio. Nessuno ha mai il coraggio di parlare, di farsi sentire, che se è un suggerimento idiota, viene sfottuto dal resto della compagnia; che figura! Davanti a tutta quella bella gente; se è così che pensano, siamo fottuti. Che gente, perché io non sono così? Perché l’ipocrisia di questa gente è così radicata? Non li capisco, la colpa è loro, sono stati loro che hanno trasformato questo mondo in una merda, in un posto invivibile, alieno. E l’etica? Dove la mettiamo? I pedofili sono praticamente dietro ogni angolo, il sesso normale quasi non esiste più, e matrimoni che durino più di un anno non ne esistono più; siamo

in una società che si è presa troppe libertà, perdendo di vista il vero arrivo, la vera libertà; che ha condito questo concetto con mille allusioni, mille sensi che non hanno un fondamento reale, come soldi, sesso e potere; perché un uomo, per essere più libero, deve per forza essere più potente? Io sono libero? Limitatamente a questa sala lo sono, per il resto sono in gabbia, ma se io ora dicessi che voglio vedere un corpo di ballo qua fuori, loro me lo farebbero venire, basta chiederlo nella maniera giusta, tipo: “o ballano o io qua dentro faccio una strage!” Cazzo se ballerebbero!

O ballano...o io qua dentro...faccio una strage

Massì. Allora chi ha qualche idea? Non riesco quasi più a vedere il fondo della sala tante sono le mani alzate ! Nessuno ride a questa battuta di spirito, lievemente fuori luogo Lei una crisi isterica, penso, e se la ride di gusto, non c’è che dire, gli altri non sanno che fare, la guardano, non la capiscono, qualcuno sbatte la testa, ma nessuno fa niente per fermarla. Mi avvicino e la stringo a me, la stringo forte a me con ancora la pistola in mano. Non posso fare niente per liberarmi di questo peso, di questa mia condizione che sto cominciando ad odiare; posso capire, ora, l’abdicazione, la voglia di fuggire dalle responsabilità, di togliersi i pesi dallo stomaco, di non essere che un piccolo moscerino invisibile, di tornare a ieri, poco prima di entrare, lasciare tutto a terra ed entrare qui dentro e baciare questa ragazza... Tutto troppo semplice.

Troppo banale. non mi è dato neppure pensarci. Eppure prima ero un moscerino ero nulla. NULLA. Ed ora sono una star, un esempio da seguire, un piccolo uomo che si vuole fare vedere; sono un anarchico, probabilmente, chissà la politica come la sta prendendo ... Che ridere se dicessero poverino, io non sono povero, non sono un disperato, io... CHI SONO? Mentre la stringo sento il suo odore acido, il sudore di tanto stress, ed intanto sento anche i suoi muscoli cedere, il suo corpo abbandonarsi tra le mie braccia, come se fossimo amanti, sentire lei che si scioglie tra le mie braccia, le sue mani muoversi sulla mia schiena, il suo calore diffondersi sul mio petto e due lacrimoni scendere da quei suoi occhioni verdi, profondi; non mi era possibile resistere a baciarla, ma lei non alzava il suo sguardo all’ altezza del mio, non era possibile comunicare, e si abbandonò totalmente tra le mie braccia, stanca, spossata.

Drinnnnnnnn! Qualcuno chiama, si fanno sentire finalmente -Pronto, chi è? -Sono sempre io e voglio sapere che cazzo ti sta ando per la testaccia -Nulla, è che credono che abbia davvero accoppato la piccola -Qualche problema ? -No

-Lascia andare anche gli altri bambini, se ce ne sono -Li avrei già lasciati, che credi: alcuni si ed altri no? -Ed i vecchi ? -Qui non ce ne sono, solo dei piccoli ipocriti che vorrebbero scappare tutti e non tornare mai più -E ne farai contento qualcuno? -Non penso proprio, sono tutti uguali, e io non ci posso fare nulla, non posso organizzare una gara ! -Non fare cazzate, ti prego ; prima di ucciderne qualcuno chiamami, ti prego! -Te lo prometto; ne dovessi mai accoppare qualcuno, tu lo saprai per primo! -Non è molto -È già tanto, ciao

Che sforzo, riuscire a comunicare con ‘sti qua. Loro la fanno semplice. La lasciai, prima di rispondere, sul divano . Si addormentò quasi subito.

Ragazzi, questo proprio non lo capisco; non puoi tenere il solito colloquio con un matto simile; si complica la vita, si fa amare da tutti e poi pretende di comandare, si sente invincibile, ma se la fa sotto in una maniera non normale . Perché ha perso il bandolo della matassa? Non riesce più neanche a capire

cosa fare ed intanto la tensione cresce e là dentro deve essere davvero in buona compagnia. E poi non capisco come un bravo ragazzo come lui, invisibile, sia riuscito a pensare a tutto questo; voglio dire, un tipo come questo, non avesse mai fatto questa rapina, non sapevamo nemmeno esistesse; e come lui quanti milioni di persone esistono? Non è possibile riuscire a controllare il mondo, siamo troppo particolari per riuscire ad avere due idee simili, non uguali; sarebbe chiedere troppo.

Che bello qui sembra un sogno, fa bello, e qualcuno mi ama, mi vuole bene. Non può avere ucciso, non una bimba, non ne sono sicura, non totalmente, ma penso che non possa avere fatto ciò che ha detto, non ho avuto il coraggio di guardarlo dritto negli occhi, non volevo capire che c’era dietro quel verde che mi insegue in questo sogno, ma ne sono quasi sicura... Questa storia non è nemmeno una storia, non ha senso, ci sfugge, ma solo se ci fossimo conosciuti in un altro frangente! forse sarebbe stato bello sentire le sue braccia stringerti, il suo dopobarba e non quella barba ispida, il suo profumo e non quell’ odore di ... selvatico che ha addosso. Amore. Troppo strano da vivere.

Ed arriva quando meno te lo aspetti, in un momento che non ha senso, e forse anche lui mi ama, mi ha stretto in una maniera non normale, con impeto, con forza e ho sentito il suo cuore in tumulto, come se stesse stringendo un’ amante . scappare con lui sarebbe bello, raggiungere un paese caraibico e crogiolarsi al sole di fianco a quelle belle, forti braccia .

Tempo è forse ciò che ti manca, ci manca . Lo si potesse comandare, si potesse tornare indietro, cancellare tutto questo e riscrivere tutto! tempo che ci sfuggi di mano e non ci dai il modo di riparare i nostri errori, ora ho un amico quasi morto all’ ospedale (forse è morto ma non me lo vogliono dire, non ci voglio credere), una donna che forse amo, e il mio futuro compromesso, perduto, ucciso. Tutto per un errore che non avrei mai dovuto compiere, una stupida rapina, qualche milione e poi... la galera. Potrei pensare al nostro futuro quando esco, quando sarò fuori, se non mi fottono troppo tempo, tutta la giovinezza . Tutta la giovinezza! “O ballano ... o io qua dentro ... faccio una strage” che penso, che mi corre per la testa?

Considerazioni

chi vive chi muore ?

Questo è l’inferno o il paradiso? Dove sono? chi sono? una rapina, ma che centra ora? la pancia mi fa un male del diavolo. Non è possibile, devo sapere, ricordare. Qual’ è il mio futuro, quale il mio ato?

La morte non ha senso se non si è vissuto almeno un momento della propria vita Bisogna pensare a mangiare , il mio popolo ha fame.

Prende la cornetta e, urlando, dice: -Ho fame, devo mangiare -Allora, come con la merenda? -Si, ma io da qua tengo sotto controllo l’ entrata!

-Ehi, lo sappiamo che deve entrare solo il pasto e basta. -Tra poco mando giù uno a prenderlo. -D’ accordo.

-Che mi suggerisci? -Lo sai. -E per te è l’ unica soluzione? -La più semplice. -Non la migliore ! -Ti prego di non fare cazzate, non ammazzare, non ne usciresti vivo! -L’ elicottero? -Una cazzata troppo grossa. -Non è sicuro? vero? -Non al cento per cento. -Qual’ è la migliore via di fuga? -Non saprei. -Pensa e dimmelo, ne ho un assoluto bisogno; di vivere, ti prego. -Ehi, nessuno ti vuole morto. -Non vivrei, ma sopravviverei! -Non si può avere tutto dalla vita, tu hai fatto una cosa che non dovevi, mettiti nei miei panni, devo proteggere gli altri!

-Gli altri siamo noi, diceva un cantante. -Arrenditi! -E quanto mi potrebbero dare? -Rischi 10 - 15 anni, e poi dipende da che dicono con gli spari, il sangue versato, e tutto il resto. -Se fossero morti? -Ergastolo! -A dopo. -Mi raccomando!

Ergastolo e non la rivedrei mai più, sennò scappo fuggo, ma mi prenderebbero... ma perché non sono morto subito anch’ io? Non ho più voglia di pensare, di scappare ma avrei voglia di sposarmi, di mettere su famiglia, di... Vivere. Perché non si può? Perché è vietato fare ciò che si vuole? Bisogna seguire l’ etica, convivere con gli altri, anche se li vorresti uccidere, è questo che non sopporto!

Wow! Ecco la domanda che temevo: con la risposta che gli ho dato è già tanto se non fa una strage! Eppure che gli potevo dire? Lo sa benissimo anche lui che non se la può permettere una via di fuga da li dove è. e devo pure pensarci. Chiunque direbbe che è un pazzo ed io ancora di più, visto che ci penso, e sto analizzando tutte le vie di fuga!

È diverso dagli altri, sembra un ragazzo che ha sia paura che coraggio, sembra che sia troppo attaccato alla vita e alla voglia di viverla da essersi dimenticato tutto il resto, le leggi, l’ etica... mi dà quasi l’impressione che non sia umano!

Ora si mangia.

Questa, questa è la mia occasione , devo solo guadagnare la porta , e forse so anche come.

- Ed ora, mio padrone ? - Taci tu, che se non ti ho ammazzato finora, non vuol dire che non lo possa fare ora. - Fottiti! - Ed allora, mio schiavo, andrai tu a prendere il cibo!

Arriva il cibo. Il rapinatore si mette sul giro scale che dà sull’ entrata e manda giù il ragazzo a prendere il cibo con le chiavi. Il poliziotto si avvicina con la busta con dentro il cibo, dall’ altra parte si apre la porta e prima che il poliziotto possa entrare il ragazzo dall’ altra parte esce di corsa sotto il sole di primavera con le chiavi in mano. Veloce Il rapinatore si accorge della manovra, ma non può farci niente, può

solamente cercare di sbarrare la porta in qualche modo, velocemente. Corre nell’ ufficio del piano di sopra, spranga la porta con una sedia, e fa mettere tutti alla finestra

-Dammi le chiavi Tuona al telefono -Che è successo? - LE CHIAVI!!!!!!!!!! -Subito!!!!!!!!!!!!!! -NOOOOOOOO -Che c’è? - Me le porti tu!!! - Ok, non impazzire, le ho già qua, adesso te le riporto su, d’ accordo? -Veloce!!!!!! -Arrivo.

Si affaccia alla finestra e vede che mettono un corpetto anti colpi ad uno in divisa, gli danno un microfono e le chiavi, mentre il suo ex ostaggio viene caricato sull’ autoambulanza. Il tipo si avvicina, entra nello spazio antistante alla banca e urla: -Adesso entro a braccia alzate. per telefono lui risponde:

-Ammanettatelo. Allora esce un carabiniere con il corpetto anti proiettile, raggiunge il proprietario delle chiavi, e lo ammanetta. -Va bene così? -Si

Entra, seguito da mille mirini di precisone e si avvicina alle scale. Il ragazzo gli punta contro la pistola, gli intima l’alt e inizia a perquisirlo con una mano, mentre l’altra tiene la pistola ben salda. accertatosi che si trova disarmato, gli chiede se ha le chiavi delle manette. -Non le ho. -Mi dispiace; è che quel bastardo mi ha distrutto quella poca sicurezza che avevo. ed ora come faccio per il pranzo? -Basterebbe una corda dalla finestra! -Hai ragione, ma la porta ora sapete come aprirla. -La puoi fare saldare. -E poi da dove si esce? -A questo punto pensi ancora di uscire? -Vuoi non pensarci? -Qui ci sono le chiavi … vuoi che avverta qualcuno?

-Sono solo. -Mi fai vedere chi c’ è di sopra? -No! -Posso dirglielo io che la bimba è salva. -Tu glielo diresti? -Eviterei che qualcun altro rischi la vita uscendo di corsa da una porta pensando di essere il più furbo. Prese le chiavi e chiuse la porta. Lo accompagnò di sopra. Lui disse a tutti loro che la bimba, la madre e l’ altro erano vivi. Nessun morto. Là fuori si stavano prodigando per ottenere la soluzione del problema. La situazione sembrava migliorare. Vederlo così, legato, da parte degli ostaggi non era il massimo. Ma era già qualcosa, qualcuno che entrava e usciva dava sicurezza. Si girò e disse che doveva andare si fece dare i documenti di tutti per far avvertire a casa le loro famiglie, lo guardò e gli disse di seguirlo. Imboccarono il corridoio. -Grazie la situazione te l’ ho distesa un po’ non voglio che tu sia costretto… -Neppure io. Lo fece uscire e chiuse la porta. Lo sapevo.

Non è cattivo, non può esserlo, non un bravo ragazzo come lui, bello forse solo disperato, chissà se è solo, se ha anche lui delle bocche da sfamare Magari non aveva lavoro, aveva da badare alla famiglia e preso dalla disperazione … è entrato qui, a fare tutto quello che ha fatto Non è un killer. Avrà sparato, ucciso, ma non è cattivo. Mi fa pena. Tornò in ufficio. Chiese quale fosse la situazione di ognuno di loro. Scoprì che la vecchia che stava per uccidere era malata di cuore, che il capo banchiere aveva la moglie in chemio terapia, che una signora, quella che teneva stretta a se la ragazza dagli occhi blu e verdi aveva due bambini a casa… Prese i dati, chiamò il tenente. Chiese conferma dei dati. Era tutto vero. E c’ era pure un ragazzo che era solo in casa con l’ anziana nonna. -Che vuoi fare di loro? -Ci sto pensando. -Se lasci solo loro rimane gente che non ha troppi problemi. -Non mi dare consigli. -Gli altri li puoi tenere. Saranno più tranquilli dal momento che vedranno qualcuno salvarsi … e poi è già sera, per molti è il secondo giorno.

La vecchia rischia di morire lì, tra tutti, e poi ? -Basta. -Dai, inizia con la vecchia. -Si hai ragione. Buttò giù la cornetta erano le 5 di sera Li fece uscire. Tutti. Meno gente a cui badare. Un’ altra notte da affrontare. E lei era sola.

E lei era sola, Li. Con lui che non sapeva che fare Perché aveva fatto uscire solo loro? E non tutti, Perché? Aveva chiamato. Di sicuro si era sentito con la polizia là fuori. Gli avevano chiesto un gesto. D’ altronde la signora Maria era anziana, Luca aveva la mamma a letto,

quello di morte, Giorgio, Giorgio la moglie con il cancro o il tumore, Non me lo ricordo, Lo avevo visto che parlava con il poliziotto. Meno male che ci ha detto quello che ci ha detto. Non vuole solo uccidere ma perché allora una rapina? Sarà disperato? Magari anche lui è in una situazione particolare.

Seconda notte

immobili

E dire che doveva essere una scampagnata per divertirsi. Ti stai divertendo? Volevamo solo ridere e goderci un po’ di soldi rubati. Magari al casinò. Tra belle donne , Uomini importanti, Ti stai divertendo? Magari affittando una bella auto per fare gli sboroni una volta, una volta nella vita. Ti stai divertendo? No. E ora che è sera che faccio? -Come faccio di notte? -Non vorrai mica are la notte li dentro? -Come faccio ?!!! -Non ti vuoi arrendere?

-Non ancora. -Non so. -Ma non sai mai niente? -Perché ti sei infilato la dentro senza pensarci? -Non sono cazzi tuoi adesso. -Non lo so. -Saranno almeno 15 -12. - Okei. -Okei cosa? - Dammi 20 paia di manette. -E poi? -E poi li ammanetto tra di loro e al tavolo. -E se qualcuno di notte non sta bene? -Si fotte. -Non penso sia un’ ottima cosa. -Allora suggerisci campione! -Basterebbe chiudere a chiave di sotto e tu chiuderti in un ufficio. -Questi sguscerebbero dalle finestre e i pompieri li aiuterebbero. -Con le manette non miglioreranno le cose. -Non mi importa.

-D’ accordo! -Vieni tu! -Va bene. Due minuti dopo scende di sotto e il commissario si avvicina con la scatola. Sale le scale entra in ufficio. La fondina vuota chiusa nella cinta dei pantaloni. E in mano una scatola di manette. Ci chiede di non opporre resistenza che ha lui la chiave che le apre tutte. Di non preoccuparci. Che basterà chiamare se c’ è bisogno. E allora ci indica ad uno ad uno. E ci ammanetta. E ci lascia dall’ altra parte della camera. Io sarò l’ ultima? Forse si. Si. Mi ha lasciata per ultima. Le manette non le stringe, Non fino in fondo. E l’ impressione è che non mi voglia far male. Allora io muovo i polsi,

Per fargli capire che sono troppo larghe. Lo sento un attimo indeciso, E poi stringe, Fino a fare male. E quel dolore mi fa sentire strana, sua prigioniera. Mi sento pronta a lasciarmi fare di tutto, Sento come il desiderio di essere Sua, Qualunque cosa voglia Da me. Poi ci ammanetta insieme, E poi tutti al tavolo. Io sono distesa per terra, Le mani dietro la schiena e la testa storta sulla spalla destra. Mi addormento così.

Che cosa voleva dimostrarmi? Non so se è rimasta offesa del fatto di essere stata l ‘ultima oppure se voleva dirmi in qualche modo di essermi superiore. È come se mi avesse sfidato.

Chiudile pure le tue stupide manette che intanto non mi fai nulla, oppure le voleva apposta più strette per farmi capire che era disposta a tutto? Che mi riteneva il capo e lei era d’ accordo con me del fatto di essere schiava? Che vado a pensare! Meno male che le ho strette. Avrebbe potuto liberarsi! E poi … Forse lo ha fatto per questo?

Non è possibile che voglia are la notte così Di sicuro domani mattina avrà dei seri problemi. Eppure non so perché non si voglia arrendere. Sarebbe la cosa migliore per sé e per gli altri. Potrebbe addurre la scusa che avendo visto l’ amico cadere al suolo abbia sparato per legittima difesa. Invece si ostina a stare chiuso lì dentro, lui e dodici persone che considera come scudi Ma non sa che potrebbero essere veramente difficili da controllare 12. Do il cambio agli uomini e poi si vedrà. Dormirò qui e aspetterò che cosa deciderà di fare.

-Pronto! -Dimmi tutto. -Le manette sono state fantastiche! -Una bella nottata? -Ho riposato grazie. -E oggi vogliamo fare qualcosa di costruttivo? -Si! -Cosa ? -Colazione per dodici! -e tu? -Allora 13 , hai ragione! -Solito modo? -Si e sappi che mi fido solo di te! e che prima mangio io e poi li libero -D’ accordo. E allora dopo 30 minuti ecco che lo scambio ha inizio. Arriva il poliziotto con un vassoio e lo avverte che ne arriverà un altro. Lui è soddisfatto e riesce a fare colazione tranquillo mentre tutti lo guardano con un certo appetito ancora ammanettati tra loro e al tavolo. Lei è ancora a terra e lo osserva schiva. Non ha voglia di guardarmi negli occhi.

Forse mi schifa oppure non osa. Quando insisto e la osservo lei incrocia il mio sguardo e abbassa subito gli occhi. Sembra remissiva, una schiava ormai completamente sottomessa. Che idee mi vengono ! Forse è solo spossata da tante emozioni. Ecco che tiro fuori le chiavi e vedo i primi animarsi, tranne lei. Tutti si mobilitano per offrirmi i loro polsi, lei nulla, se ne sta a terra con i polsi dietro la schiena e fissa un angolo, senza apparente partecipazione. Inizia a liberare tutti dalla notte e c’ è chi si butta sul vassoio chi chiede di poter andare in bagno , chi lo osteggia apertamente e per sfida non si muove da dove è. Lui si avvicina a me. E in piedi di fronte a me. Le chiavi in mano e mi osserva , anche se guardo da un’ altra parte sento il suo sguardo su di me. Non lo voglio guardare. Mi gira intorno e si china dietro di me e sento che fa scattare le manette. E mi liscia i polsi , lo so che sono segnati , rossi , viola , che si sta sentendo male ma il suo lisciare mi fa ancora più male , mi da fastidio , mi lamento e lui da dietro mi sussurra. -Scusa. -Niente. -E che sono messi male!

-Non fa niente. -Mi dispiace che … -Non ti preoccupare , posso andare in bagno? -Si. Si alza e mi tende la mano. Gliela prendo e mi aiuto per alzarmi. Vado in bagno. Non so perché non mi voglia mandare affanculo. D’ altronde ne avrebbe tutto il diritto. Le manette sono sbagliate. Tutti erano messi male nessuno potrebbe affrontare un’ altra notte messo in quella maniera, neppure io! Le manette non gliele posso più mettere e mi devo prendere un ostaggio per la notte. Forse proprio lei. Perché no! Il militare si alzò. Una telefonata. -Che cosa è successo? -Sono il dottore del pronto soccorso. -Mi dica! -Il ragazzo non è messo male se la caverà in 45 giorni nessun punto vitale

offeso lo abbiamo solo ricucito. -E la guardia? -No , la guardia non abbiamo potuto fare molto, un colpo al petto ed uno in piena fronte, è sicuro che il suo bandito non fosse esperto? -Non mi sembra proprio, oppure finge bene! -Beh, lo so che non è molto ma buona giornata e arrivederci.

Urca come è dura la volante. E non è successo nulla. Che palle! Il risveglio è andato bene nessuno ha detto o fatto cose strane. Adesso lo chiamo. -Allora campione come è andata? -Bene! -Tu non hai nessuno da chiamare a casa? -No. -Prognosi di 45 giorni al tuo amico , ma la guardia giurata … -È morta? -Non ha ato la notte, cazzo se l’ hai presa bene! -Cazzo, mi dispiace, aveva famiglia? -Non mi dire che ti dispiacerebbe.

-Certo che mi dispiacerebbe, stronzo, non sono un assassino! -Allora cacciane qualcuno fuori! -Aveva famiglia? -2! -Aveva famiglia? -2 e poi ti rispondo! -Non devi giocare con me oppure 2 sono i morti che aggiungo alla lista, ci siamo capiti? -No era solo e ora 2 li lasci? -E chi dovrei lasciare ? -Estrai a sorte! -Grazie.

Che bastardo. Ci ha provato, ha provato a giocare con me, ha provato a vedere se cedevo: che cazzo di stronzo! Ma che cazzo si pensava, che avrei accettato! Si 2 per avere la risposta, ne mando altri 2 per il pranzo e 1 per la carta igienica! Pezzo di merda!

E che cazzo!

E io che lo facevo solo uno stronzo. Non mi aspettavo quella domanda, perché mi ha chiesto se la guardia aveva famiglia, perché? Pensavo fosse felice di queste notizie. Non pensavo avesse un cuore, che ci potesse pensare, forse ha veramente qualcuno a cui pensare e manco lo vuole dire! Non vuole che andiamo a raccogliergli i cocci. Che lo mettiamo alle strette, ma si sarebbe preoccupato lo stesso Non so più che pensare.

Se ne vuole 2 glieli do. Che cazzo me ne fotte. Mi vogliono fottere, ebbene vediamo quanti ne cadono, per fottermi, voglio vedere, voglio sapere che cazzo ne possono pensare se li lascio tutti e poi mi barrico qua dentro e li aspetto per ammazzarli tutti, prima o poi mi prenderanno, ma almeno qualcuno con me lo porto. Vogliono fottermi, vogliono tutti tutto! E io? Io gli ho chiesto che cosa fare e lui sa solo dirmi di lasciarne andare, come se io qua avessi il mondo! Si muove va di là. Sono tutti seduti solo 2 sono in piedi ad osservare dalle finestre. Due ragazzi . 2.

Massì ne vuole 2. Eccoli! -Voi 2! -Si? -Venite con me! E se ne esce dalla camera con loro due. Tutti sono in apprensione. Non aveva mai fatto così. Non era mai stato così, Abbattuto, Affranto. Che cosa gli è successo? Che cosa gli hanno detto? Come mai non è entrato con il suo solito piglio? Mi sembrava distrutto, penso che tutto questo vivere questa situazione lo abbia logorato dentro, gli abbia tolto la lucidità, ed ora se ne porta via due, chissà dove e per quali motivi? Ma mi fa più paura di prima, lo vedo solo, sconfitto. -Li ha lasciati andare! -Dove sono? -Ma che cazzo! loro si e noi no? -Che bastardo!

Apre la porta. Tutti lo affrontano tranne lei. Lui non guarda nessuno in faccia. Si dirige dritto verso lei. Un ragazzo lo afferra per un braccio, lo strattona, ma lui se ne libera, come si fa quando si rimane impigliati in un ramo, in un inutile contrattempo. Tutti urlano, ma lui esce con lei a braccetto e chiude la porta.

Bang

oggi chi muore?

Vanno nell’ altro ufficio. Afferra la cornetta e le dice: -Digli che cazzo è successo! -Sono tutti arrabbiati con lui! -Come? -Sono tutti incazzati con lui perché ne ha fatti uscire 2! -Di al commissario che ora ne dovrò uccidere uno per farmi rispettare di nuovo. -Dice che ne dovrà… -Ho sentito, ma digli che non è necessario, basta che ne faccia uscire altri, se ne tenga pochi! -Non mi incanti più commissario! -Commissario … -Ho sentito! -No , mi sta puntando la pistola alla tempia! -Cazzo no, ti prego, se lo fai sei morto!

-Diglielo che tanto sono morto lo stesso. -Tanto … -Sento signorina. -No tanto IO sarò già morta. -cazzo, bastardo di un commissario di merda, hai vinto, hai vinto, ma non avrai la tua vittoria a prezzo di saldo!!!! Bang. Il proiettile parte. Un proiettile blindato. Attraversa il poco spazio e esplode sul vetro, frantumandolo in mille pezzi. Rimane incollato alla lamina di plastica interna per un attimo e poi buca la lamina e si conficca nel braccio del ragazzo. Lui non spara. Cade a terra. Ferito da un proiettile di un cecchino. Striscia subito sotto la cintura dei vetri. Lei è li a terra. Svenuta. Penserà di essere morta! Lui striscia ferito dalla porta ed intanto sente che il telefono continua ad urlare, si avvicina alla cornetta e dice, fuori uno, ora vado a finire gli altri 9, bastardo! Almeno la prossima volta il tuo cecchino vedi dove te lo piazzi !!

-Noooooo, fermati o faccio fare irruzione! -Bravo almeno i tuoi vedono come li ammazzo. -Non farlo ti prego! -Ti prego di fermarti, non lo fare! -Tanto ora mi hai fatto capire che cos’ è la libertà, ora posso davvero fare che voglio! Vado di la, ne appoggio uno al vetro e agito la pistola fino a quando quello stronzo non decide di sparare, e poi faccio in modo che sia quella pallottola a prendere l’ ostaggio, vedremo le risate, poi ! -Non scherzare col fuoco, hai visto che se vogliono ti prendono, non fare altre cazzate! -A dopo commissario. E riattacca. Il telefono riprende a squillare. Lui entra nell’ ufficio. Tutti lo osservano pieno di sangue. -È stato un cecchino che ha sbagliato il colpo, invece di me ha preso il mio braccio e lei. Tutti tacciono e lo osservano.

Chiusi dentro

aspettiamo l' epilogo

-Chiudete le finestre !!!! Un urlo disumano che fa in modo di far correre tutti alle finestre. In un attimo il secondo ufficio è buio e allora lui, che sa benissimo che gli altri hanno i visori ad infrarosso, fa sdraiare tutti a terra, li ammanetta e corre di là, da lei, distesa a terra priva di sensi. Si nasconde dietro la cintura del muro e la tira a sé. La osserva da vicino. La accarezza. E i ricordi vanno a quel paesino sperduto di montagna in cui andava a costruire dighe sui greti dei vari torrenti, In un attimo è li, Con lei sulle ginocchia, Su di una roccia con i piedi a bagno nell’ acqua fredda e cristallina con lei che osserva i mulinelli di acqua insinuarsi nella diga appena finita. Solo boschi intorno, rumori di grilli, di acqua che scorre e lei, calda, sulle sue ginocchia. A questo punto lei riapre gli occhi, lo osserva . -Lo avresti mai fatto?

-No, mai, speravo che il cecchino fosse solo più preciso. -Non lo avrei mai sopportato. -Mi ami? -Si! -Anch’ io! E nel dirlo alzò il braccio ferito. -Ma ti hanno preso? -Si! -E ti fa male? -No, mi è bastato guardarti, subito dopo, ancora viva, che non sento più male. -Aspetta, vado a prendere la cassetta del pronto soccorso. E si allontana. -Che cazzo fa? -Non lo so signore! -Dov’ è ? -Nel suo ufficio con la ragazza. -È morta? -No, signore, si sta alzando. -quindi è ancora viva! -Si signore confermo.

-Grazie a Dio… …e il prossimo che lo vuole impallinare prima dovrà dirmelo! -Si, signore. Non è possibile, i 5 minuti più lunghi della mia vita, per un attimo ho visto l’ impossibilità di agire in tempo, dovrò rivedere tutto, preparare i miei uomini ad entrare, tentando il tutto per tutto, non posso stare qui a vedere una strage compiersi. -Prepararsi a entrare! -Si signore. Intanto vede il ragazzo delle comunicazioni avvicinarsi È per lei! Lui sa già cosa lo aspetta. Strano abbiano aspettato tanto tempo! -Pronto! -Commissario non ci siamo! -Sto facendo il possibile per evitare una strage. -Ed intanto i suoi uomini sparano! -Hanno cercato di rendere la situazione impossibile. -E non era meglio, forse ? -Non direi! Avrebbe potuto ammazzarli tutti! -Non vorrei che si salvasse. -Non ha ancora ammazzato nessuno!

-E non deve farlo! Lei lo medicava, alcool, bende, cerotti. -Penso tu sia l’ unica cosa che potevo pensare di rapinare qui! -Ma perché lo hai fatto? -Non lo so! -Mancanza di soldi? -No. -Perché ti sei infilato qui? -Speravo che potesse essere come una allegra bravata. -Ma che stupido! -Lo so, aspettavo che accadesse qualcosa alla mia vita… -E come pensi di uscirne? -Non lo so, non ci penso più. -Lascia andare tutti, io cercherò di aiutarti al processo. -Proprio tu che a momenti ti uccidevo? -Mi hai detto che non lo avresti mai fatto, o sbaglio? -Si. -Allora fammi sentire un amico di famiglia che fa l’ avvocato! -Davvero lo faresti ? -Certo. -Massì giusto per sentire un’ altra campana!

Lei mi ama Incredibile lei ama uno che gli stava per far saltare le cervella. Non è una persona normale, non può esserlo. Ama chi le fa del male, Ama me. Se mi ama in questo frangente mi ama per sempre, sicuro! Mi ha bendato, cazzo se brucia. Ma non sento dolore, non so perché, non sento male. Forse mi hanno preso dei nervi. Lei torna. Che cucciolo d’ uomo smarrito che è. È perso in se stesso. E tutto quello che ha dentro non riesce a tenerlo per se, non riesce a viverlo, ha troppa voglia di una vita come tutte quelle delle pubblicità, dei grandi film, dei grandi esploratori, non sa che la vera felicità consiste nell’ arrivare a sera dalla propria moglie, dai propri figli, senza macchia e senza paure. Tutti mi guardano strano, gli avrà detto che ero morta, oppure hanno capito che tra me e lui è successo qualcosa. Non lo so, non lo voglio sapere, ora come ora devo sentire l ‘avvocato Prendo il cellulare e torno indietro. Lui è li a terra dove lo avevo lasciato, la pistola è distante da lui. Lui è stanco, visibilmente a pezzi, sorride beffardo. E mi guarda, come se vedesse per la prima volta il sole e godesse del suo

caldo abbraccio. Ho finalmente realizzato. -ami il telefono. -Perché? -Voglio trattare la mia resa! -Aspetta prima sentiamo il mio amico. -Ma a che serve che io stia qua con te a chiamare il mondo quando non ce n’è bisogno! -Cioè? -Non ho più voglia di stare qua, di farti restare qua! -Lo so ma tu devi pensare anche al dopo. -Lo so , ed è per questo che voglio sentire il commissario. -Okei! Prende la cornetta. -Commissario , se mi arrendo ora cosa succede? -Non lo so! Vedi, c’ è un tentativo di omicidio sventato , 3 giorni di paura , un omicidio eseguito e non ho una ragione che sostenga tutto questo! -Lei non sa mai nulla , ma tiene il conto a mio carico! -Beh , devo essere obbiettivo. -E se rilascio tutti ? -Allora qualcosa cambia , tu hai sparato alla guardia per legittima difesa poi tu ti sei premurato per i feriti, il cecchino ha sparato senza autorizzazione…

Cambia! -Ne è sicuro? -Si. -Allora ci penso. Lei intanto chiama l’ avvocato. Anche l’ avvocato ribadisce il concetto, ci sono stati errori anche da parte dei tutori della legge, lui stesso avrebbe potuto sporgere denuncia contro la guardia, che ha sparato e basta, senza prima avvertire, ecc , ecc “Sono quasi santo”, Pensò per un attimo. Io ho ucciso, ho fatto del male per giorni, e sono un santo, nessuno mi potrà mai perdonare, nessuno, ma loro, gli avvocati, i poliziotti, sono pronti a perdonarmi, come se avessi solo rubato delle caramelle, senza troppi problemi, e potrei addirittura citarli per aver preso il mio braccio, perché non autorizzati a sparare. Se ci penso a quante mani Dio ha messo! Si, Dio esiste. Dio esiste, pensava il commissario, e forse prima di cena lascia andare tutti, e qui siamo a posto; spero proprio che tutti siano d’ accordo, che a nessuno i per l ‘anticamera del cervello di seccarlo, perché ormai è andato, Si è rilassato. Posso finalmente dirgli: Arrenditi! Che lo capisce.

Finalmente. -Capo? -Si? -Di a tutti di non spararmi oppure non ne libero nemmeno uno! -Si, va bene. -Ora vado di la a liberarli e poi scendo giù per aprire la porta, le chiedo solo alcuni minuti con un ostaggio. -La signorina di prima? -Si. -Va bene. -Lo dica ai suoi! -Si. E mentre il commissario si appresta a dirlo ai suoi, lui si alza, mette una mano in tasca, prende le chiavi, si gira e le fa vedere a lei, le dice: -Aspettami, il commissario mi ha dato tempo poi … Bang. Di nuovo un colpo. Il vetro ormai non c’ è più. La pallottola lo raggiunge in piena spalla, Lui sbatte a terra,

La spalla destra è avvolta nel sangue, Lei corre su di lui, -Le chiavi, prendi le chiavi!!!! -Che ci devo fare ? Il sangue inizia a colare dalla bocca. -Le devi prendere, devi liberarli! -Ormai non c’ è bisogno, sei ferito! -Dammi una mano . -Va bene! Lo prende per il braccio sano lo solleva, e lo carica sulla schiena. Intanto tutto intorno solo urla di sirene, schiamazzi della folla ma il rumore non lo raggiunge, lui guarda solo lei, lei è li nell’ acqua a raccogliere le pietre piccole per ammassarle contro la diga, cosi a meno acqua e il bacino cresce. Si, così poi facciamo il bagno! La porta dell’ ufficio si apre. Lei entra con lui appoggiato sulle sue spall. La spalla destra è un misto di brandelli e sangue. Lui si avvicina a loro e tira fuori le chiavi. Poi tutto si annebbia. Piano piano tutti quelli intorno a lui diventano scuri, lei stessa smette di brillare. Le voci, prima alte, diventano sempre più basse,

Tutti allora lo fissano, mentre la DIA fa irruzione di sotto. Arrivano su di lui, lui è ormai svenuto. I gruppi speciali arrivano invece dal tetto. Lui è li a terra, con lei che gli tiene il capo. Lei non li guarda nemmeno, Guarda solo lui, Senza sensi. Loro la afferrano e cercano di portarla via. Lei li guarda . -Non può farmi più nulla adesso! -Non vuole venire via con noi? Il ragazzo col amontagna è incredulo. -No, faccia venire subito i soccorsi, invece di portare me di sotto, io esco con lui. C’è il bosco, il fiume. Una diga al di là di uno specchio d’ acqua molto grande. Loro due sono immersi nell’ acqua. L’ acqua è fredda, lui ha più freddo del solito, Lei allora si avvicina e lo stringe . -Non ti lascerò mai. -Ho freddo.

-Ma ci sono qua io. -Per sempre? -Per sempre!

La fine...

arrivederci

Dio esiste, pensava il commissario, e forse prima di cena lascia andare tutti, e qui siamo a posto; spero proprio che tutti siano d’ accordo, che a nessuno i per l ‘anticamera del cervello di seccarlo, perché ormai è andato, Si è rilassato. Posso finalmente dirgli: Arrenditi! Che lo capisce. Finalmente. -Capo? -Si? -Di a tutti di non spararmi oppure non ne libero nemmeno uno! -Si, va bene. -Ora vado di la a liberarli e poi scendo giù per aprire la porta, le chiedo solo alcuni minuti con un ostaggio. -La signorina di prima? -Si.

-Va bene. -Lo dica ai suoi! -Si. E mentre il commissario si appresta a dirlo ai suoi, lui si alza, mette una mano in tasca, prende le chiavi, si gira e le fa vedere a lei, le dice: -Aspettami, il commissario mi ha dato tempo poi … Bang. Di nuovo un colpo. Il vetro ormai non c’ è più. La pallottola lo raggiunge in piena spalla, Lui sbatte a terra, La spalla destra è avvolta nel sangue, Lei corre su di lui, -Le chiavi, prendi le chiavi!!!! -Che ci devo fare ? Il sangue inizia a colare dalla bocca. -Le devi prendere, devi liberarli! -Ormai non c’ è bisogno, sei ferito! -Dammi una mano . -Va bene!

Lo prende per il braccio sano lo solleva, e lo carica sulla schiena. Intanto tutto intorno solo urla di sirene, schiamazzi della folla ma il rumore non lo raggiunge, lui guarda solo lei, lei è li nell’ acqua a raccogliere le pietre piccole per ammassarle contro la diga, cosi a meno acqua e il bacino cresce. Si, così poi facciamo il bagno! La porta dell’ ufficio si apre. Lei entra con lui appoggiato sulle sue spall. La spalla destra è un misto di brandelli e sangue. Lui si avvicina a loro e tira fuori le chiavi. Poi tutto si annebbia. Piano piano tutti quelli intorno a lui diventano scuri, lei stessa smette di brillare. Le voci, prima alte, diventano sempre più basse, Tutti allora lo fissano, mentre la DIA fa irruzione di sotto. Arrivano su di lui, lui è ormai svenuto. I gruppi speciali arrivano invece dal tetto. Lui è li a terra, con lei che gli tiene il capo. Lei non li guarda nemmeno, Guarda solo lui, Senza sensi. Loro la afferrano e cercano di portarla via. Lei li guarda .

-Non può farmi più nulla adesso! -Non vuole venire via con noi? Il ragazzo col amontagna è incredulo. -No, faccia venire subito i soccorsi, invece di portare me di sotto, io esco con lui. C’è il bosco, il fiume. Una diga al di là di uno specchio d’ acqua molto grande. Loro due sono immersi nell’ acqua. L’ acqua è fredda, lui ha più freddo del solito, Lei allora si avvicina e lo stringe . -Non ti lascerò mai. -Ho freddo. -Ma ci sono qua io. -Per sempre? -Per sempre!