Fuga Nel Weekend 4m71s

Fuga nel weekend

Racconto di Elisa Barbaro

Titolo | Fuga nell'weekend Autore | Elisa Barbaro ISBN | 9788891157836 Prima edizione digitale: 2014

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“Sveglia, sveglia. Tutti pronti per la fuga!”, urlò Tam Lin correndo e bussando a ogni porta. “No, uffina, è già domenica”, lamentò il piccolo Guleesh mentre sua madre gli premeva il cappello verde sulla testa.

In pochi secondi tutti gli elfi e gli gnomi furono pronti a varcare lo steccato per are dai vicini. Nessuno fu felice dell’evento che stava per ripetersi.

Da circa un anno Mr Fitzpatrick aveva acquistato una bella casetta con giardino e come ogni bravo sposo novello, felice del suo nuovo prato, non si era ancora annoiato di falciare l’erba la domenica, giorno di riposo.

Il suo vicino di casa, Mr Harper, al contrario, era sposato da quarantadue anni. Era felicissimo di oziare ogni domenica mattina, e tenere il suo prato incurato. Fin quando non arrivarono i Fitzpatrick che, con il loro esempio e il loro zelo, suggerirono alla signora Harper di piantare qualche fiore e tenere in ordine il giardino.

Nulla di più facile quando a fare le cose ci pensano gli altri.

Così il povero Mr Harper fu costretto a prendersi cura del suo prato ogni due settimane, riuscendo però a non incrociare lo sguardo dell’odiato vicino di casa che si alzava al mattino presto.

“Buongiorno cari vicini, accomodatevi”, disse il sarcastico elfo Boggard continuando a fumare la sua pipa seduto su un tronco di albero tagliato.

Suo fratello Brownie era già già pronto a suonare il flauto per intrattenere i piccoli: “Devi essere più gentile con il prossimo, Boggard. Ci hanno accolto nelle loro case quando abbiamo avuto il loro stesso problema”.

“Dico che si dovrebbero cercare un altro giardino”, ribattè burbero Boggard grattandosi la barba rossa.

“Mamma perché dobbiamo camminare così tanto ogni volta? Perché non abbiamo le ali come Leafy?” Chiese Guleesh tenendosi su i pantaloni verdi, ancora troppo grandi per lui.

“Perché loro sono fate, tesoro, noi non possiamo volare”, rispose con pazienza sua mamma.

I due capi villaggio Naois e Tinuviel erano molto preoccupati della situazione.

Due domeniche al mese, Mr Fitzpatrick iniziava a falciare meticolosamente l’erba del suo giardino e tutti gli elfi, gli gnomi, le fatine e i folletti che abitavano nell’angolo nord-est del suo prato erano costretti a cercare rifugio dai loro vicini, abitanti nella proprietà di Mr Harper.

Quando quest’ultimo iniziava a falciare il prato due ore dopo, gli abitanti dei due villaggi andavano tutti nel prato di Mr Fitzpatrick che nel frattempo aveva finito.

Ogni volta, le piccole casette distrutte dalla falciatrice venivano ricostruite dalle pazienti creature e i due villaggi ripristinati.

Ma qualcosa di nuovo era accaduto il mese precedente.

Il pigro Mr Harper aveva accatastato dei rami nell’angolo nord-est del suo prato dimenticandoli là e quando falciava l’erba non si prendeva la briga di spostarli per falciare per bene tutta la proprietà.

In quell’angolo le piante crescevano liberamente, i piccoli abitanti vivevano indisturbati e le loro casette erano rimaste intatte .

“Ho trovato la soluzione”, disse il dispettoso Boggard, “Strappiamo tutte le piante e i fiori e bruciamo le case dei due uomini”.

“Sì, certo Boggard! Magari con le persone dentro, che ne pensi?”, disse stancamente Brownie, abituato alle drastiche decisioni del fratello.

“Questa volta non ha detto una cosa stupida Boggard, ma ci ha suggerito un tentativo che potremmo fare”, disse Naois sistemandosi il cappello rosso a punta e guardando il pensieroso Tinuviel che si lisciava la lunga barba bianca.

“Proviamo a rovinare il prato e i fiori nel giardino di Mr Fitzpatrick”, continuò Naois, spiegando la sua idea, “e aiutiamo Mr Harper a curare il suo finchè ci lascia il nostro angolo tutto per noi”.

Le piccole creature si misero subito all’opera e in poche ore, con l’aiuto di una talpa loro amica, rovinarono piante e fiori nel giardino di Mr Fitzpatrick.

Si presero, invece, cura del prato di Mr Harper, facendo sbocciare dei bellissimi fiori e facendo crescere piante rigogliose.

Increduli, i due uomini guardavano ogni giorno i loro giardini: sempre più malconcio quello di Mr Fitzpatrick, sempre più bello quello di Mr Harper.

Per due mesi, l’ostinato Mr Fitzpatrick, cercò di sorvegliare giorno e notte il suo prato, sospettando di tutti i vicini: non riuscì a vedere nulla se non l’autodistruzione del suo giardino.

Alla fine dovette cedere alla curiosità e chiese al suo vicino quale fosse il suo

segreto.

“Sinceramente non lo so”, rispose gongolante Mr Harper. “So solo che da quando ho messo quei rami secchi in quell’angolo e non ho più falciato l’erba in quel punto, è successo tutto questo”.

L’incredulo Mr Fitzpatrick provò anche lui a mettere qualche ramo nell’angolo nord-est del suo giardino e a non falciare più l’erba in quel punto.

Con suo grande stupore vide sotto i suoi occhi sparire le buche che la talpa aveva scavato, come se creature invisibili avessero chiuso i buchi e ricompattato il terreno.

Nei giorni successivi l’erba del suo giardino iniziò a ricrescere di un bel verde smeraldo. I fiori e le piante iniziarono a rivivere e non apirono mai più.

Da allora, la voce si è sparsa e in ogni bel giardino irlandese, troverete sempre un angolo non curato dove vivono indisturbati fatine, gnomi, elfi e folletti.

FINE

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